Paga o supporta

Translate

domenica 31 ottobre 2010

Oceano Indiano: Mauritius .

Per chi ricerca un paradiso terrestre fatto di mare, sole e splendide spiagge, senza però doversi allontanare fino a raggiungere il continente americano o addirittura l’Oceania, Mauritius è certamente l’ideale.

Mauritius e Rodrigues sono completamente circondate dalla barriera corallina: ottimi i fondali da esplorare per gli amanti del sub.
E per chi vuole accompagnare al relax attività all’aperto, per chi non vuole passare tutto il tempo a crogiolarsi al sole, si consiglia un’escursione nell’entroterra dell’isola Maurizio, esplorando la vegetazione tropicale.
Non rinunciate ad assaggiare l’ananas, prodotto tipico del luogo.
Vi sentirete veramente a contatto con la natura!
Località

Belle Mare

Port Louis
Rodrigues Island

Carta d' identità

Superficie:

2.040 kmq

Popolazione:

1,230,602 abitanti

Capitale:

Port Louis, 143.800 abitanti, 577.200 abitanti nell'area metropolitana

Lingua:

Francese, Tahitiano

Ordinamento dello Stato:

Repubblica parlamentare

Moneta:

Rupia Mauritius; 1 € = 36.30 MUR ; Cambio attuale: www.uic.it

Religione:

Induismo 51%, crsitianesimo 30%, islam 16%

Condizioni climatiche:

Tropicale

Misure ed Elettricità:

Sistema metrico decimale, 220V o 125V, 50 Hz.

Fuso orario:

GMT + 4

Siti patrimonio mondiale UNESCO:

Paesaggio culturale di Le Morne




InViaggi OrangeClub

MONT CHOISY CLUB

Pensione Completa con Bevande


01, 08 Novembre euro 1249 Dal 15 Novembre al 12 Dicembre euro


1349 a settimana.


Info: viaviaggiando@gmail.com www.viaviaggiando.blogspot.com

sabato 30 ottobre 2010

Bali isola degli Dei

 Isola dell’Indonesia situata tra Giava e Lombok, che insieme ad altri isolotti minori costituisce la provincia di Bali, sottoposta fin dal 1284 alla dominazione di vari regni, è stata conquistata prima dagli olandesi e successivamente dai giapponesi per poi tornare nel 1945 sotto il controllo dell’Olanda; solo nel 1949 Bali è divenuta parte della Repubblica Indonesiana dopo quattro anni di lotta per l’indipendenza.
Oggi l’isola nel suo complesso di popoli, culture e linguaggi diversi si presenta come un paradiso tropicale dove le risaie a terrazza, che si trovano lungo i fianchi delle colline, diradano lasciando spazio a lussureggianti giungle tropicali, a lunghe spiagge di sabbia bianca fino alle calde acque turchesi.



Posta tre due oceani e due continenti, l’Indonesia nel complesso, è caratterizzata da un clima di tipo equatoriale, con temperature elevate durante tutto l’anno (circa 27 gradi), e precipitazioni abbondanti.. I monsoni condizionano notevolmente il clima e soprattutto l’andamento delle precipitazioni che si concentrano prevalentemente durante i mesi che vanno da Novembre a Maggio ed in particolare durante il mese di Febbraio.

Le condizioni climatiche favoriscono una vegetazione molto varia, dove prevale una fitta foresta fluviale che si alterna ad ampie distese savaniche, a radi boschi di querce e a conifere lauracee.

L’Indonesia, abitata fin da epoca remota, è costituita da circa venti gruppi etnici; la maggioranza della popolazione è indonesiana, forti minoranze sono invece costituite da cinesi, indiani, arabi ed Europei; la lingua ufficiale è il banasa Indonesia di ceppo malese, la religione maggiormente diffusa è quella musulmana, anche se vi sono minoranze cristiane, l’unita’ monetaria è la rupa indonesiana.

L’Indonesia è governata da una Repubblica unitaria.





Speciale ed affasciante Bali Isola degli Dei con Viaggio tra i Paralleli Partenza da Roma quote da euro 1.025  Euro.
Partenze da Roma ogni lunedi, mercoledi,venerdi e domenica.
Info :viaviaggiando@gmail.com   tel 3459961465

mercoledì 27 ottobre 2010

Messico Playa del Carmen

Volo + Soggiorno -MESSICO

Località PLAYA DEL CARMEN



Prezzo a partire da 1029 EURO!



Durata: 9 gg / 7 notti



Data Partenza: 02/11/2010, 09/11/2010, 16/11/2010, 23/11/2010, 30/11/2010, 07/12/2010, 14/12/2010



Città Partenza: Milano, Roma



Trattamento: All Inclusive



Struttura: OCCIDENTAL ALLEGRO PLAYACAR EDEN GOLD INTERNATIONA



Sconto: 32.8%

info e prenotazioni: viaviaggiando@gmail.com 




martedì 26 ottobre 2010

Crociera Mediterraneo Occidentale

Partenza 21/11/2010 durata 12 g.


Quota da 735,00 a persona

Con NCL JADE .
Itinerario:

1:Civitavicchia
2:Navigazione
3:Pireo
4:Izmir
5:Navigazione
6:Alessandria
7:Alessandria
8:navigazione
9:Malta
10:navigazione
11:Barcellona
12:Civitavecchia

Per info :viaviaggiando@gmail.com  tel3459961465

Capodanno in Egitto

Capodanno al Cairo: Dal 30 Dicembre 2010 al 2 Gennaio 2011






1° Giorno: ITALIA/CAIRO

Arrivo all'aeroporto Internazionale del Cairo, sistemazione in Hotel cena e pernottamento.

2° Giorno: CAIRO/SAKKARA

Dopo la colazione in Hotel partenza per la visita della Piana di Giza con le Piramidi, antiche di 7000 anni e che rimangono come uniche sopravvissute alle 7 meraviglie del mondo antico, e con la Sfinge la favolosa creatura con corpo di leone e volto umano. Sosta il locale tipico per il pranzo e nel pomeriggio visita del sito archeologico di Sakkara, una estesa necropoli costruita nel Deserto a pochi km dal Cairo, ricca di splendide tombe dipinte. Si prosegue per Menfi antica capitale dell'Egitto, dove si potrà ammirare un museo con i resti di una colossale statua di Ramesse II°.

Cena di GALA in Hotel per festeggiare l'arrivo del nuovo anno.

3° Giorno: CAIRO

Colazione in Hotel. In mattinata visita del famoso Museo Egizio ricco di reperti dell'Età Faraonica. Pausa per il pranzo in ristorante e nel pomeriggio visita della città del Cairo e precisamente: della Cittadella fondata dal condottiero Saladino, della Moschea di Alabastro,la Moschea del Sultano Hassan, Cairo copto con la bellissima "Chiesa Sospesa" sede del Patriarca d'Egitto e di cui le fondamenta risalgono al 2° sec. d.c. ed infine passeggiata nel Bazar "SUK" del Cairo ricco di colori e di mercanzie di ogni genere. Cena e pernottamento in Hotel.

4° Giorno: CAIRO/ITALIA

Dopo la colazione trasferimento all'aeroporto e partenza per l'Italia.



Quota di partecipazione a partire da euro 600,00 a persona in camera doppia, a partire da euro 500,00 per bambino fino a 12 anni. La quota di partecipazione comprende:

3 notti in Hotel 4* al Cairo in trattamento di pensione completa + acqua durante i pasti,

tutte le visite ai siti archeologici ed ai Musei ed i relativi biglietti d'ingresso, tutti i trasferimenti,

i pranzi durante le escursioni al Cairo, tasse aeroportuali, visto d'ingresso in Egitto, Cena di Gala del 31 Dicembre

Per info :viaviaggiando@gmail.com tel 3459961465


lunedì 25 ottobre 2010

Tunisia :l'odore soave dell'Africa

E' stata definita non a torto l'appendice del vecchio continente. In effetti la Tunisia ricorda per molti aspetti le regioni meridionali italiane e della Spagna, con la zona costiera che ha un clima tipico del Mediterraneo e la regione montuosa della Krumiria con estati miti ed inverni rigidi. Non di rado nevica. Con una superficie di poco superiore ai 163.000 kmq ( la metà dell'Italia), la Tunisia è divisa in quattro aree distinte. La zona costiera fra Tabarka, Bizerte, Tunisi e Sousse a Est che si sviluppa per 1150 km; la zona montuosa a Ovest fra Ain Drahan, Le Kef e Kasserine, in pratica con la catena dell'Atlante segna il confine con l'Algeria; la parte centrale è quella attorno a Kairouan e subisce gli influssi del vicino deserto. Infine il sud che occupa più di 100.000 kmq, con le oasi, le depressioni saline (Chott) e la sabbia. Da non dimenticare l'isola turistica di Djerba e il meno conosciuto arcipelago delle Kerkennah a 20 km da Sfax. E' proprio il caso di dire che le sue origini si perdono nella notte dei tempi e per la precisione al Periodo Capsiano. Vicino Gafsa sono stati rinvenuti resti di un insediamento di 14.000 anni a.C. Da lì a venire, la Tunisia è stata terra di conquiste spesso cruente ed indimenticabili come quelle dei Beni Hilal (1050 - 1100). Inviati dal califfo del Cairo con il compito di fare terra bruciata di tutto e sterminare le popolazioni. Si fermarono quando non c'era più nulla da distruggere!! Molte le civiltà che si susseguirono in alterne vicende e che lasciarono segni ancora oggi ben visibili come i Fenici dal 1100 al 814 a.C. - i Cartaginesi dal 814 al 146 a.C. - i Romani dal 146 al 439 d.C. - gli Arabi dal 670 all'800 ed infine i Turchi dal 1574 al 1881. Dopo il protettorato francese dal 1956 la Tunisia è indipendente, ed entra nel 1989 nell'Unione del Maghreb con Libia, Algeria e Marocco. Innumerevoli le testimonianze del passato sparse un po’ su tutto il territorio del nord. Ricordiamo Cartagine alle porte di Tunisi, Bulla Regia e Dougga, Thuburbo Majus (di questi siti parleremo in città romane).












L'ottima rete stradale e la presenza di alberghi, pensioni e case private, permette di visitare tranquillamente tutto il paese senza nessun tipo di problema, dalla costa mediterranea ai villaggi berberi, le oasi del sud. Se avete in programma di recarvi nel deserto, fatelo solo se siete equipaggiati con fuoristrada ed avete una buona conoscenza dei luoghi. Mai da soli, o comunque rivolgetevi ad un'agenzia specializzata. La strada asfaltata termina a Remada, oltre le grandi distese di sabbia del Sahara.

Itinerari Africani vi propone dei percorsi che coprono un po’ tutto il territorio.



IL NORD E LA COSTA: un mix tra storia e turismo odierno. La regione a nord si differenzia dal solito cliché dei depliant turistici ed offre ambienti diversi fra loro. Belle scogliere e spiagge semi deserte. Ad ovest ai confini con l'Algeria si sale di quota verso i monti dell'Atlante. Foreste e clima quasi alpino!! Le città romane conservano ancora il fascino immutato della storia; infine un tuffo sulla costa turistica da Capo Bon a Sfax. Discorso a parte merita Tunisi, la capitale in cui convivono naturalmente luoghi antichi e moderni. In una piacevole passeggiata si possono ammirare i contrasti delle moschee di Sidi Yuoussef e Sidi Mahrez con gli avveniristici edifici del Planetarium; la città vecchia con Bab el Bahr e i vicoli del Souk Chechias con gli affollati shopping center. Da vedere il Museo del Bardo con i più bei mosaici romani e paleocristiani rinvenuti in Tunisia.

I luoghi: da Tunisi a Utica, Bizerte, Sejname (terrecotte), Tabarka, Ain Drahan, Bulla Regia (rovine), Dougga (rovine), Testour, Thuburbo Majus (rovine), Zaghouan ed infine Hammamet e la costa da Capo Bon e le località che più vi aggradano come Sousse, Monastir e Sfax. Da Sousse non perdete Kairouan. Una delle città sante dell'Islam e capitale nazionale del tappeto. Da vedere la medina e i souk coloratissimi.

LE OASI E IL SUD: è la parte più interessante con i verdi palmeti che contrastano con il colore della sabbia. I villaggi berberi caratteristici e le abitazioni trogloditiche a Matmata e per finire una visita alle ghorfas, le tipiche costruzioni a botte dei berberi dei secoli passati. Anche in questi luoghi la rete stradale è ottima così come le strutture ricettive. La bellezza della Tunisia sta proprio in questo. I luoghi: da Gabes una breve visita all'oasi di Chenini, quindi l'oasi di Kebili, Douz la porta del deserto. Qui tra Dicembre e Gennaio c'è il Festival del Sahara in cui si possono ammirare le popolazioni nomadi in danze folcloristiche e corse sui mehari. Da qui una escursione alle vicine oasi di Zaafrane e Sabria. Tozeur e Nefta. Saliamo ora verso le oasi di montagna di Cherbica, Tamerza, Mides e Metlaoui. Infine la grande oasi di Gafsa (bella moschea) ed una escursione alla vicina oasi di Lella ad appena 5 km.

I VILLAGGI BERBERI: un circuito ad anello che permette di vedere quasi tutto in almeno 2 giorni. Da Matmata famosa per i crateri scavati dall'uomo per ricavarne abitazioni, si giunge a Medenine con le tipiche ghorfas, costruzioni degli antichi berberi con la volta a botte. Da qui o da Foum Tataouine a sud, inizia il circuito dei villaggi, un viaggio quasi a ritroso nel tempo!! Da Ksar Ouled a Debbab, quindi Douiret, Chenini e Guermessa. Da Ksar Haddada la strada è un po’ impervia (forse è meglio chiamarla pista), ma vale la pena arrivare a Benikheddache.
 
Da http://www.itinerariafricani.net/tunisia.htm
 
Mini circuito delle oasi + soggiorno balneare da Monastir 8 giorni  : Partenza




2 Novembre Euro 409 a persona da Bergamo

9 Novembre Euro 409 a persona da Bergamo

sabato 23 ottobre 2010

Ghost tour (Ilturista.info)

Notizia del 21 Ottobre 2010 pubblicata da Lorenzo Lovato. Consultata 56 volte
Ghost Tour (Tour dei Fantasmi) in Europa per la notte di Halloween

Le vetrine dei negozi sono decorate con zucche, teschi e fantasmi : Halloween si sta avvicinando a grandi passi e per i viaggiatori più temerari, HolidayCheck, il più grande portale europeo per i viaggi e le vacanze, ha selezionato i migliori « Ghost tour » in Europa. Per chi ama le sensazioni forti, le storie inedite o i fantasmi, ognuno troverà la visita notturna che più gli si addice.

Londra
L’Inghilterra é la patria dei Ghost Tour: tra le tante offerte per la notte del 31 ottobre, il tour più spaventoso é probabilmente il « London Ghost walk » di Londra. Richard Jones, autore di romanzi che descrivono il macabro passato della città di Londra, vi accompagnerà tra le strade più nascoste e oscure. Scoprirete la ricostruzione di fenomeni paranormali che fanno raddrizzare i capelli sulla testa anche ai più coraggiosi. Spesso copiato, ma mai uguagliato, questo tour va fatto almeno una volta nella vita.

Parigi:
Inspirandosi dagli Haunted History Tours di New Orleans, la società « Mysteries of Paris » vi propone di scoprire i segreti di una delle città più romantiche al mondo: Parigi. Camminerete per la città ascoltando le leggende e l’isolita storia che avvolge la città. Si tratta di un mix di rock’n’roll, di leggende metropolitane e storie di fantasmi.

Zurigo
Il « Ghost walk of Zurich » é uno dei più celebri : un’idea di Dan Dent, famosa guida di Ghost tour in Inghilterra, che ha ricreato l’atmosfera dei tour anche in Svizzera. Ogni anno ripercorre le strade della città entusiasmando tutti con storie di fantasmi nascoste nella città vecchia di Zurigo dalla notte dei tempi. Grazie a questa visita tra il macabro e il divertente, Dan promette ai suoi ospiti che passeranno le notti successive svegli a raccontarsi le storie dei fantasmi zurighesi.

Edimburgo:
Ci sono molti tour che partono ai piedi della cattedrale di Edimburgo. Tutti fanno un pò paura, ma le guide del tour « the city of the dead » vi lasceranno sicuramente senza fiato. Vi guideranno attraverso i cimiteri per raccontarvi la storia della città e dei suoi più famosi spiriti, che non trovano riposo e si divertono ancora ad attacare i visitatori più imprudenti.

Genova :
Un “Ghost tour” tutto italiano si svolge nella città vecchia di Genova, tra le piazze e i Carruggi (i tipici vicoli del centro storico), alla ricerca di misteri vecchi e nuovi. Per riprendersi dal tour, la serata si conclude con una cena in un ambiente del tutto particolare : elisir della strega, antipasti alle erbe magiche, salsicce indiavolate vi verrano serviti da streghe e figuranti.

Amsterdam:
Anche se gli Olandesi sono troppo razionali per credere ai fantasmi, « Amsterdam ghost walk » vi trasporterà nel paese delle streghe, dei fantasmi e dei demoni. Lì capirete che anche Amsterdam, contrariamente alle leggende, non é poi così protetta dalle acque che la circondano !

giovedì 21 ottobre 2010

Articolo MondoRaro

Info: viaviaggiando@gmail.com tel
3459961465 Maria

Voli Charter e Lowcost per Ucraina, Russia, Albania, Romania


NUOVO VOLO


MILANO / NAPOLI - IVANOFRANKOVSK

CHERNOVSTY / LVIV / TERNOPIL

260 EURO tasse incluse solo andata / 390 EURO tasse incluse andata / ritorno

Questa offerta e altre per l'est europa e tutte le destinazioni aeree:

viaviaggiando@gmail.com tel 3459961465

mercoledì 20 ottobre 2010

PRAGA Epifania





06 gen. ITALIA – REPUBBLICA CECA
Partenza dalla località prescelta alla volta di Praga. Soste lungo il percorso e pranzo libero. Sistemazione in hotel a Praga/dintorni. Cena e pernottamento.

07 gen. PRAGA
Prima colazione. Giornata interamente dedicata alla visita guidata della città dominata dal Castello, il Pražský Hrad, e il Ponte Carlo. Pranzo libero. In serata cena e pernottamento in hotel.

08 gen. PRAGA
Prima colazione. Al mattino visita guidata del centro storico: il Municipio, la Torre dell’Orologio Astronomico, la Chiesa Tyn, Piazza Venceslao, il Teatro Nazionale. Pranzo e pomeriggio libero. Cena e pernottamento in hotel.

09 gen. REPUBBLICA CECA - ITALIA
Prima colazione. Inizio del viaggio di rientro con soste lungo il percorso. Arrivo previsto in serata nelle città di partenza.



Nota bene: è richiesta la carta di identità per gli adulti; per i bambini fino a 15 anni è necessario il passaporto personale o l’iscrizione sul passaporto dei genitori. I cittadini non appartenenti all’Unione Europea devono verificare direttamente con il proprio consolato. Minimo 30 partecipanti. Il programma potrebbe essere invertito.



PRAGA CLASSICA 4 GIorni / 3 notti EURO
Quota per persona in camera doppia 279
Bambino in 3° letto 2/12 anni n.c. 190
Adulto in 3° letto 250
Supplemento singola 99
Quota iscrizione (esclusi bambini fino a 12 anni n.c.) 18
Assicurazione facoltativa contro annullamento (alla prenotazione) 15



LA QUOTA COMPRENDE: viaggio in pullman; hotel 4*a Praga/dintorni; trattamento di mezza pensione; visite con guida locale; assistente Turi Turi; assicurazione medico/bagaglio.
LA QUOTA NON COMPRENDE: ingressi a musei e monumenti; bevande e pranzi; tutto quanto non menzionato ne “la quota comprende”.


Partenze da: Varese, Gallarate, Saronno, Milano Lampugnano - Sesto San Giovanni – Trezzo S/Adda – Bergamo (navetta da Valle Seriana) – Rovato - Brescia - Desenzano – Verona.
Navette di collegamento da: Novara min. (4) – Lecco e Seregno (min. 4)


Last Minute ponte di tutti i Santi


TOUR GIA' CONFERMATI E

ANCORA DISPONIBILI
!



BUS + HOTEL 3/4* + TRATTAMENTO DA PROGRAMMA + ACCOMPAGNATORE + VISITE GUIDATE


Roma : 30 Ottobre - 1 Novembre 3 gg./ 2 nts
€ 265
--------------------------------------------------------------------------------
Monaco & Castelli: 30 Ottobre - 1 Novembre 4 gg./ 3 nt
€ 245
--------------------------------------------------------------------------------
Parigi : 29 Ottobre - 1 Novembre 4 gg./ 3 nt
€ 340
--------------------------------------------------------------------------------
Praga : 29 Ottobre - 1 Novembre 4 gg./ 3 nt
€ 299


Info e richiesta programma : viaviaggiando@gmail.com tel 3459961465 Maria

domenica 17 ottobre 2010

CINQUE FERMATE PER IL PARADISO DEL TE' (vacanzefaidate.com)



di Simone Mariotti
Pubblicato in tre puntate il 16, 23 e 30 dicembre 2009 su La Voce di Romagna
Kumily, montagne del Kerala meridionale (India del Sud), 4 settembre 2009. La notte non era stata una delle mie più gloriose, ma migliore di quella precedente che mi aveva visto a stretto contatto con il piccolo bagno della stanza che avevo preso al Coffee Inn. Mi ero rimesso a posto molto in fretta, ma avevo una gran voglia di andarmene da quel luogo sì carino, ma che sembrava tanto una specie di Disneyland in versione forestale, dove tutto era organizzato e tutto un po’ scontato. Ma c’era comunque una delle più grandi riserve al mondo per la salvaguardia della tigre, e ogni cosa ruotava attorno a essa, e lasciare un po’ di soldi al parco era quasi doveroso, non molto avventuroso, ma doveroso, ed era quel che contava. La stazione degli autobus di Kumily era il solito spiazzo caotico e polveroso come lo trovi in tutta l’India, con i bestioni della Tata colorati e malridotti che si muovono con disordinata autorevolezza, strombazzando sereni, mentre i venditori di samosa, noccioline, ananas, giornaletti e molto altro ancora attendono di salire sul mezzo che sta arrivando per tirar su qualche rupia.



«L’autobus diretto per Munnar, quello delle 14, oggi non parte». La notizia ferale, che in realtà si rivelò provvidenziale, me la diede un uomo in divisa, nervosetto che stava nell’ufficio della stazione, «prova a sentire con qualcuna delle compagnie private, ma tanto non c’è nulla», insisteva. «Come mai? E’ sicuro? Mi avevano detto che uno c’era comunque». «Sì è rotto a metà strada e arriverà solo stasera. Quindi riparte domani». Mi diressi verso un’altro ufficio, dove un addetto, questa volta ben più rilassato, in maniche di camicia e lunki, il lenzuolone indossato a mo’ di sottanone, diffusissimo tra gli uomini del Kerala, ascoltata la mia richiesta, si guardò attorno e mi indicò un controllore appena sceso da un bus, urlandogli una qualche spiegazione in lingua malayalam. Come un pacco venni spedito sopra un pulmino rosso che stava partendo, ma fatti pochi metri, ero di nuovo a terra perché l’autista, che parlava un’inglese più comprensibile dei suoi colleghi, capito dove dovevo andare realmente, mi disse che se restavo a bordo non sarei arrivato neanche e a metà strada e che per giungere sino alle piantagioni di tè di Munnar, c’è era tutti i giorni un diretto... quello delle 14! Vistomi di nuovo a terra, l’uomo in “gonnella” mi chiamò e mi disse che un autobus per Munnar forse c’era alle 15.45, ma non era sicuro che arrivasse in tempo lì a Kumily. E la parola “forse” in India ha un suono ancora meno rassicurante che altrove.

«Come ci arrivo a Munnar, non mi dire che devo restare qui ancora una notte?» Ero tornato al primo ufficio, dove l’uomo in divisa, che in realtà, a guardarlo bene, probabilmente aveva dieci anni meno di me, anche se ne dimostrava cinque di più, stava leggendo un giornale. Questa volta sorridente, si alzò e diede un’occhiata molto veloce alla mappa che era appesa al muro, giusto per cercare un dettaglio che forse mancava nella sua mente o una conferma. Rimuginato il tutto per un attimo, mi consegnò un piccolo pezzo di carta lungo dieci centimetri e largo tre, che ancora conservo, su cui aveva scritto, oltre a Kumily e Munnar, altri tre nomi di città, o meglio di piccoli paesini, in ognuno dei quali avrei dovuto prendere una coincidenza. «Devo cambiare 4 autobus, sei sicuro?», già mi vedevo passare la notte in mezzo alle montagne, perché se avessi dovuto scommettere sulla mia capacità di centrare in un tempo ragionevole tutti i cambi, in una tratta che un diretto impiegava oltre cinque ore a coprire, non avrei puntato una rupia sul fatto che sarei riuscito ad arrivare a Munnar prima di mezzanotte.

Perché mi fossi trovato in quella condizione, senza aver programmato quasi nulla, senza essermi informato con precisione su orari tempi di percorrenza, senza la certezza, ma solo la speranza di arrivare e di trovare un posto per dormire, speranza che si affidava a un passaparola di una settimana prima, come dirò poi, non lo so. Ma era, ed è, bello così, e chi lo ha provato lo capisce. Sentirsi vivi perché privilegiati nel riuscire ad assaporare la bellezza di un cammino nella sua complicata imprevedibilità. Dopotutto non è questo lo scopo del viaggiare? Viaggiare, appunto, per vedere. Spostarsi anche scomodi, anche senza obiettivi, anche perdendo tempo, indifferenti alla pioggia e al vento, alla solitudine, allo sporco, al disagio. Ma lì per guardare, riempirsi del mondo che ti siede accanto, mentre la meta finale è quasi solo il punto di partenza di un nuovo percorso, anche lui vago.

La prima destinazione era Paliynmaly. Ricaricato lo zaino sulle spalle tornai in trincea. Questa volta mi avvicinai subito a un gruppo di bigliettai che parlottavano in attesa di prendere servizio. Mostro loro il mio mini foglietto e ancora una volta salii quasi al volo su un bus già strapieno, e ancora una volta sentii il bigliettaio, da terra, urlare delle parole all’autista e l’ultima di queste era il nome della mia prima destinazione. Dopo una mezzora molti dei passeggeri erano già scesi, anche se avevamo percorso appena una quindicina di km. Riuscii anche a trovare un posto a sedere e potei osservare meglio quel che accadeva attorno a me. Avevo già fatto tanti spostamenti in autobus e l’ambiente non mi era assolutamente nuovo. Ma non so perché, quel viaggio di quel giorno, quel sali e scendi, quella diversità che caratterizzò ogni tappa, una così vicina all’altra, mi fecero fissare nella memoria, meglio che in altre occasioni, tanti particolari di quella parte così tipica della vita indiana (gli spostamenti, quasi delle “transumanze” dato il numero di persone coinvolte, con spesso animali al seguito), a cominciare dagli indaffaratissimi e meticolosissimi bigliettai. Erano tanti anni che non ne vedevo di quel tipo. Mi ricordavano quelli che c’erano sul flilobus di Rimini, quando da bambino lo prendevo tutti i giorni per andare a scuola ai Salesiani. Avevano gli stessi mini blocchetti per i biglietti, quelli fatti di carta colorata con toni pastello, verdi, gialli, blu, rossi, grigi. Ricordo che io e i miei amici osservavamo sempre il bigliettaio, che stava sul suo seggiolone davanti alla porta centrale, per vedere se durante il tragitto finiva uno di quei piccoli blocchi, per essere pronti a chiedergli la mazzetta rimasta prima che la buttasse via, come fosse qualcosa di importante, una specie di finto denaro che poi utilizzavamo per giocare. Roba che a raccontarla ai bambini di oggi ti danno del disadattato, e che invece per noi aveva un suo significato, quasi rituale, un contatto con il mondo ufficiale dei grandi, che ancora godeva di rispetto, e noi con quei mazzetti ce ne appropriavamo di un pezzettino. I bigliettai indiani avevano un borsello identico a quello che vedevo nei miei bus infantili, che conteneva anche un quadernino su cui fare i conti precisi dei biglietti staccati e dei soldi incassati, che ovviamente dovevano quadrare. Ne ho visti tanti e quasi tutti, appena all’interno si stabiliva un po’ di calma, si rintanavano su uno dei sedili liberi a fare i calcoli con grande attenzione; a volte restavano anche in piedi, poggiandosi su qualche schienale, quando la ressa non permetteva di fare altrimenti. E non poche volte si sono messi seduti vicino a me, ché spesso c’era un posto vuoto di fianco. Il primo autobus di quel mio curioso viaggio era un classico Tata rosso e giallo. Ancora non pioveva e i finestrini erano tutti aperti. Lo sono praticamente sempre e nessuno di essi ha vetro o plexiglas per permettere una chiusura ermetica. Hanno però una tela di plastica grossa che cala dall’alto a soffietto una volta sbloccata e che copre molto efficacemente e velocemente dalla pioggia improvvisa, che spesso arriva violenta nel giro di pochi secondi, e anche dal freddo. Durante la stagione delle piogge è un continuo su e giù, con la luce, il vento, i profumi e i rumori della vita esterna che entrano ed escono. Quando sono tutti chiusi si accendono le luci, che non servono poi a molto perché dentro all’autobus si crea sempre una specie di effetto cinema grazie alla quasi onnipresente tv, che c’è in ogni carrozzone che si rispetti, sempre accesa, sempre con un film made in Bollywood sparato a tutto volume. Sono i polpettoni indiani prodotti a Bombay, e sempre più anche a Madras, e che hanno una particolarità: l’eroe vince sempre per tutto il film. Le trame seguono un canovaccio ricorrente: storie d’amore, problemi familiari, gang che vogliono far del male alla bella di turno ecc. A differenza dei loro omologhi dell’Estremo Oriente, quelli prodotti più che altro a Hong Kong, dove in trame simili il divo di turno le prende di santa ragione sino agli ultimi dieci minuti, per poi scatenarsi miracolosamente alla Braccio di ferro e salvare la sua donna dai cattivi, qui, perlomeno in tutti quelli che mi è capitato di vedere sui pullman, mai una volta il protagonista è parso essere in difficoltà, e le sue imprese avrebbero fatto impallidire, non dico Superman, ma certamente Batman e Uomo Ragno! Nel 95% dei casi è trash estremo, roba forte; Ciccio e Franco al confronto sono due seriosoni da cineclub. Se l’autobus “disgraziatamente” è sprovvisto di TV, è la musica a farla da padrona, ed è sempre e solo musica in lingua locale. L’attaccamento degli indiani alla loro cultura è infatti encomiabile, e inattaccabile.

Arrivai alla prima fermata del mio itinerario. Era un paesello con tre strade al cui incrocio si formava una Y: quella da cui eravamo arrivati, quella imboccata dall’autobus da cui ero sceso, quella lungo la quale avrei proseguito. La fermata non era esattamente una “fermata”. Era un pezzo di strada dove tutti sapevano che l’autobus si sarebbe fermato, con un piccolo, perenne capannello di persone in attesa, che aveva così la funzione sociale di segnaposto. Il controllore del bus precedente, indicandomi l’uscita, mi aveva detto qualcosa che suonava come: «vai là e chiedi a qualcuno prima di salire». Giunto in loco, poggiai lo zaino e mi armai subito del mio foglietto “lasciapassare”. Un ragazzino, che sembrava il più incuriosito dalla mia presenza, si fece avanti. «Devo andare a Nedumkandom», dissi in un inglese molto lento, con la certezza di aver storpiato il nome della mia destinazione. Ma il ragazzino capì al volo, e ridendo mi disse di aspettare; anche un signore dietro di lui, forse il babbo o lo zio, anche lui con un lunky, mi fece un cenno bonario col capo. Il ragazzino aveva voglia di parlottare un po’.
«C’è una festa qui, l’Onam, e anche in altri villaggi», e mi indicò una piccola manifestazione che avevo scorto arrivando. Non sembrava nulla di speciale, ma in effetti, data l’esiguità del paesino c’era molta gente, caotica e colorata, tutta attorno a un carretto con sopra uno degli dei del ricco pantheon indù. Il ragazzino rimase in silenzio per un paio di minuti, guardandomi come se si trattenesse dal chiedere qualcosa di imbarazzante. Poi non resistette più: «Perché vai a Nedumkandom, non c’è nulla là». Gli spiegai il mio “problema” e, rotto il ghiaccio, scattò la solita sfilza di domande e risposte a cui ero ormai abituato da tempo.

«Sono italiano». «Italia! Milano, Torino...»

Non so quante volte ho sentito ripetere questa tiritera, soprattutto dai venditori per strada. E Torino era molto più quotata di Roma, Venezia e Firenze. Potere “olimpico” probabilmente, anche se tra gli indiani e lo sport, cricket a parte, non è che ci sia mai stato un gran feeling. Eppure Torino primeggiava quasi sempre. «Viaggio solo, non sono sposato, non ho figli». «Quanto si guadagna in Italia?», questo, però, me lo chiese il presunto babbo del ragazzino vestito di bianco, ma era comunque una domanda classica. Stava arrivando un autobus.
«E’ il tuo», disse l’uomo, che stava evidentemente rimuginando sulle cifre che molto approssimativamente gli avevo detto. Loro due rimasero in attesa alla “fermata”.

Quel secondo bus era veramente strapieno, e per quasi un’ora restai in piedi proprio sulla porta, sempre aperta; anzi, il portellone di chiusura mancava proprio. Mi dovevo reggere di continuo con due mani, premendo lo zaino con una gamba contro lo schienale di uno dei sedili a cui stavo aggrappato, per evitare di vederlo volare via a ogni scossone. Uno dei rari cartelli stradali che vidi appena partiti diceva che a Munnar mancavano 65 chilometri. Erano le 15,50. Alla fine arrivai a destinazione alle 19,40! Tuttavia, quella nuova strada in mezzo alla foresta era fantastica. Un paio di volte provai a fare un piccolo filmato con la mia macchina fotografica, ma entrambe le volte rinunciai, riconquistando subito la presa che avevo mollato, rischiando ogni volta di cadere fuori. E per tutta l’ora di viaggio quasi non mi mossi, se non con la testa. Nedumkandom sembrava una simpatica cittadina. La stazione degli autobus era la più piccola tra quelle che mi è capitato di vedere, e copriva un’area quadrata incredibilmente tranquilla, circondata dalle palme su di uno spiazzo di terreno un po’ in quota. Molti dei mezzi in attesa, tutti spenti, erano di una taglia inferiore rispetto ai soliti bisonti a quattro ruote; ma anche quelli lì, pur piccoli, erano sempre tutti figli della Tata. Dopo poco scoprii che alle tre città in cui mi sarei dovuto fermare, avrei dovuto aggiungerne una quarta, perché per arrivare da dove mi trovavo a Popparm (la “vecchia” numero 3) prima sarei dovuto passare anche per... non avevo la minima idea del nome che mi era stato detto. Il mio destino era ancora in mano a un bigliettaio vagante che questa volta mi recapitò su un piccolo autobus semivuoto e ancora fermo. «Partiremo tra cinque minuti», mi disse il nuovo controllore, già persona “informata sui fatti”, impeccabile nella sua uniforme verde scuro, quasi marrone, simil militare. Era l’unico, oltre a me, a non indossare il lunki. Il paesello fuori programma, la mia nuova terza fermata, si chiamava Rajakumari, un nome meno impegnativo di quel che credevo, ma se non fosse stato per le scritte sulle insegne dei negozi (che spesso riportano anche l’indirizzo completo) non lo avrei mai scoperto. Fui l’unico a scendere dal piccolo autobus, che proseguì inerpicandosi per una stradina in salita e scomparendo subito dalla vista. Ero in un’altra “fermata”? «Aspetta qui davanti!»

Oramai quella era la frase chiave del mio viaggio. “Qui davanti” significava davanti a un negozio di spezie o, meglio, di un rivenditore grossista, che le raccoglieva dai contadini e le rivendeva in grandi sacchi, e che stava dalla parte opposta della strada, un po’ a nord. Era situato sotto un piccolo porticato dove c’erano altri negozi, in tutto saranno stati una decina, ma forse meno. Poco più in là, di fronte, c’era un palazzo a due piani con altri negozi uno dei quali mostrava una lunga distesa di vestitini per bambine dai colori sgargianti, il vero segno tangibile che ci trovavamo in India, un negozio immancabile anche nel posto più sperduto dell’entroterra. Nelle città più grandi, di questi negozi se ne vedono ovunque. A Bangalore un’intera area del mercato era occupata da enormi stand dove se ne trovavano a centinaia, forse migliaia. Il grossista, grosso pure lui, sulla cinquantina, stava pesando dei sacchi di cardamomo assieme ad altri due uomini, uno anzianotto e un ragazzo molto giovane, che lavoravano senza dire una parola, stranamente. Non c’era comunque molta confusione da nessuna parte, altro fatto insolito. L’uomo del negozio mi chiese dove fossi diretto, e mi confermò che dovevo stare lì, fiducioso.
«Vuoi delle spezie?»


“Tentar non nuoce”, si sarà chiesto, anche se era l’ultima delle cose di cui avevo bisogno. Forse avrei preferito un ombrello dato che stava iniziando a piovere e il mio k-way era mezzo bucato, e molto poco impermeabile. «No grazie, le ho già prese e ne ho abbastanza».
«A Kumily?»
«Sì, e non ho molto spazio»
«Cardamomo, è ottimo», aggiunse, più per fare due chiacchiere che per tentare di vendermelo realmente. In effetti il cardamomo dell’India del Sud, specialmente del Kerala, è uno dei migliori del mondo. A Kumily avevo visitato un giardino di spezie in cui, oltre alle piante, mi fu mostrato anche la specie di forno usato per l’essiccazione delle capsule. E anche quello confezionato da tempo manteneva un profumo intensissimo.

Il mio quarto autobus era poco più piccolo del terzo, e aveva ancora meno posti a sedere, quasi un pulmino un po’ allungato. Però, non so per quel motivo, c’erano addirittura due controllori: uno che faceva i biglietti e l’altro che, assieme al primo, teneva d’occhio le due uscite. Forse erano necessari due uomini perché le fermate erano quasi istantanee: si saliva e si scendeva senza perdere tempo, e al fischio dei due uomini l’autista ingranava la marcia. A ogni fermata, uno dei due ragazzi urlava come un forsennato i nomi di quelle successive, sia mentre l’autobus entrava in un villaggio, sia mentre ripartiva, casomai ci fosse qualche ritardatario da prendere letteralmente al volo, e spesso c’era. Altra differenza era il fischietto. Nei mezzi più grossi, quelli con un solo bigliettaio, c’è una cordicella che corre lungo il soffitto cui è legata una campanella fissata proprio sopra la testa dell’autista. Il bigliettaio controlla le porte e facendola suonare ordina, secondo un codice stabilito, di fermarsi o di ripartire. Uno dei due ragazzoni che gestivano il flusso di persone del mio quarto bus, invece, aveva un fischietto che usava nello stesso modo, e siccome fischiare è più divertente che tirare una cordicella di spago, ci dava dentro nello stesso modo in cui gli autisti indiani di qualunque mezzo (autobus, taxi, rikshow, moto), usano il clacson: di continuo, come se la macchina fosse un’estensione del proprio corpo e richiedesse a ogni espirata anche un colpetto sonoro come per scaricarsi. L’uso del clacson è tuttavia necessario, vista la generale “prudenza” di guida che non risparmia neanche i centri più affollati. Serve per dire “sto arrivando, vado forte e ora lo sai. Poi vedi tu: uomo avvisato mezzo slavato”. E siccome ovunque ti torvi tra bus e alti mezzi ne arrivano sempre cinque o sei alla volta, in ogni tratto di strada questo caos orchestrale è quasi sempre al top.

Il penultimo tratto che percorsi tra quelle alture del Kerala era l’ideale per “apprezzare” il totale disprezzo del pericolo degli autisti indiani. La velocità di crociera si manteneva attorno ai 50 chilometri orari, che a dirlo non sembra gran che; ma immaginate delle stradine di montagna, strette, piene di curve e tornanti, male asfaltate e bagnate. Spessissimo si sentiva l’odore caldo dei freni, tanto erano sollecitati. Quando poi, giorni dopo, sono sceso da Munnar per tornare sulla costa, con un unico viaggio diretto di cinque ore, le prime tre sono state un incubo. Persino gli indiani che viaggiavano con me, certamente più abituati a quell’andare, davano segni di impazienza. Io poi mi ero messo scioccamente in fondo all’autobus, dove ogni movimento è amplificato. Mi ero seduto lì perchè ero stato tra i primi a salire a Munnar e siccome c’erano tantissimi posti, mi sistemai in coda per poter osservare con più comodità la vita che si sarebbe svolta davanti a me. Nel doppio sedile alla mia destra, oltre il corridoio, c’erano una vecchia e una bambina che, con un continuo di “turni” quasi regolari, vomitarono per più di un’ora (per fortuna in un robusto sacchetto di plastica che si erano portate dietro), tra il risolino di qualcuno degli altri passeggeri e il mio terrore di fare presto la stessa fine. Fui salvato in extremis da una serie di soste ravvicinate che mi permisero di volta in volta di recuperare, ma ero veramente al limite della sopportazione. Con tutte quelle fermate e rapide ripartite mi sentivo come quella volta di venticinque anni prima o giù di lì, quando con un paio di amici d’infanzia andai al Luna Park di Miramare, poco lontano dal centro di Rimini. Io e Gianni, che allora avevamo più o meno quattordici anni, come molti ragazzini eravamo due fanatici di tutte le attrazioni che ti ribaltavano lo stomaco come un calzino. Appena arrivati al parco, esattamente come gli stop & go del mio pazzo bus indiano, iniziammo a salire su una giostra dopo l’altra e, scesi da una, letteralmente correvamo come drogati sulla successiva, utilizzando come tempo di recupero solo la fila per il biglietto; e dopo poco più di mezz’ora, prima della sesta, capitolai e in una pausa più allungata del solito vomitai tutta la pizza che avevo mangiato un’ora prima. Sul bus sarebbe bastata una fermata in meno e avrei fatto la stessa fine, a venticinque anni di distanza.

Ero salito in fretta, mentre uno dei due controllori col fischietto al solito gridava. Il piccolo autobus non era molto affollato e c’era anche qualche posto a sedere. Mi ero messo in piedi, tenendomi stretto alle barre che correvano sul soffitto, proprio dietro al guidatore, dove era stato eretto un piccolo altarino in omaggio a Ganesh e ad altre tre divinità: una era Shiva in posizione nataraja, ma le altre due non ero in grado di identificarle, forse una era la moglie Parvati. Era una teca che si sviluppava orizzontalmente per un metro circa, alta forse una quarantina di centimetri, ed era incorniciata con un metallo dorato, con varie collane di fiori ai lati e delle lucine colorate come quelle che noi utilizziamo per decorare gli alberi di natale. Il tutto rivolto verso l’interno del mezzo. Non era la prima volta che ne vedevo una in quella posizione, ma di solito le immagini sacre, foto, fiori e statuette varie vengono messi sul davanti a fianco del guidatore, alla base del parabrezza centrale. E’ abbastanza comune trovare simili “addobbi” in Asia. Uno dei più pittoreschi, pieno di fiori e di frutta, mi era capitato di vederlo in Thailandia, durante un viaggio tra la vecchia capitale imperiale Ayuttaya e Loopburi, una cittadina invasa dalle scimmie, poco più a nord. Ma l’omaggio in quel caso era a Buddah. Mi ero aggrappato, con rispetto, all’altarino, ma in una posizione piuttosto scomoda. E’ che non sapevo dove mettere lo zaino perché davanti a me c’era il vuoto e non lo potevo incastrare da nessuna parte. In realtà non c’era proprio il vuoto. C’era un sedile che era quasi vuoto, da tre posti, sul quale però era seduta solo una donna anziana. Ora, le indiane che viaggiano da sole, non tutte, ma molte sì, specialmente nelle zone rurali, non è che siano particolarmente felici di sedersi al fianco di uomini che non siano della loro famiglia. Non è nulla di drammatico né di socialmente vietato, ma a volte capita che sia così, un po’ per un fatto dovuto all’onore, alla cultura, o una forma di antico decoro, di moralismo o altro (nei treni si stanno diffondendo gli scompartimenti ladies only, ma solo per motivi di sicurezza contro il grave problema della violenza sulle donne). Fatto sta che la signora, supponendo quelle che avrebbero potuto essere le mie intenzioni, mi stava squadrando con una certa preoccupazione. Sapevo che quella situazione la stava mettendo in difficoltà e attesi un po’ in piedi guardano con insistenza il sedile, divertito. Non avevo intenzione di disturbarla sedendomi, ma non gli dissi nulla. Appena l’autobus fece una fermata, la donna fu lesta a chiamare le prime due ragazze che erano salite, adoperandosi affinché si sistemassero subito a fianco a lei. Mi venne da sorridere e mi girai verso l’autista per cercare di scoprire a che punto eravamo del percorso, ma senza successo. L’unica cosa certa era che aveva iniziato a piovere con maggiore decisione e che attorno alla strada la foresta sembrava farsi più fitta.


Il viaggio su quel mini bus fu tuttavia molto breve, lo si sarebbe potuto intuire anche dal basso costo del biglietto, appena 5 rupie (neanche 8 centesimi di euro). Dopo un quarto d’ora, due fermate e una corsa sotto la pioggia da un autobus all’altro nell’autostazione di Popparm, finalmente ero a bordo di un diretto per Munnar. Era ancora giorno, ma stava iniziando a imbrunire. La luce però era sufficiente a farmi apprezzare la bellezza di un paesaggio decisamente cambiato rispetto all’inizio. Salivamo più in quota, e ai lati della strada, oltre alla foresta, iniziavano ad apparire anche le prime piantagioni di tè. Ero seduto ancora una volta in fondo all’autobus con la porta inesorabilmente aperta. Entrava molto vento e anche un po’ di pioggia. Mi misi una maglia più pesante e il mio solito k-way malandato, ma non stavo bene ugualmente e temevo di riammalarmi come due settimane prima, quando tra Puducherry e Tanjore uno strano virus mi “regalò” per due giorni 40 inflessibili linee di febbre. Il sedile in coda aveva 5 posti, io ero in quello centrale. Alla mia destra c’erano due uomini, mentre i due a sinistra erano vuoti perché la ressa non era tale da riempirli e la pioggia, che entrava ogni tanto dalla porta, li aveva oramai bagnati quasi del tutto. Infreddolito e umidiccio, mi stavo tenendo lo zaino davanti al torace per avere un po’ di protezione in più, quando una farfalla entrò all’interno e si mise a “sedere” proprio a fianco a me, come un normale passeggero. Era bagnata pure lei e aveva bisogno di asciugarsi le ali, e probabilmente quello era l’ultimo posto in cui era riuscita ad arrivare prima di essere sbattuta per terra dalla pioggia. Restò lì almeno un quarto d’ora, forse di più, incurante o impossibilitata a evitare ogni pericolo, ma avevo la sensazione che non gliene importasse. A modo nostro, eravamo i due passeggeri più soli di quel viaggio.

Arrivai in una Munnar buia e resa ancora oscura dalle nuvole, stanco, forse con la febbre e con la pioggia che batteva. Salii velocemente sopra un rickshaw e mi feci portare subito al JJ Cottage, che mi era stato suggerito cinque giorni prima dal ragazzo del Lemon Tree di Alleppey, che mi diede anche un pacchetto da consegnare ai gestori che erano suoi amici. «Sei Simon?», mi disse, appena mi vide, un signore corpulento e dallo sguardo quasi nobile. E fu piuttosto rassicurante. Sistemai le cose al volo dandomi una rapida asciugata, e con un ombrello preso in prestito corsi per strada per raggiungere l’unico ristorante che c’era, poco lontano da lì, prima che chiudesse, perché mi sembrava già deserto. «Non ti preoccupare, fai in tempo a mangiare, ma vai subito», e non erano ancora le nove.

La mattina dopo stavo bene, anche se la pioggia ancora non smetteva. Scrissi per più di un’ora gli appunti che ho poi sistemato per questo racconto, e poco dopo le nove, dopo una colazione allo stesso posto della sera prima, dato che la pioggia si era calmata e il sole andava e veniva, e sembrava dovesse continuare così per tutta la giornata, ero pronto per inoltrarmi sulle colline circostanti, in quel lontano, piccolo e affascinate paradiso del tè.

Il tè regna a Munnar, anzi regna la Tata, che possiede praticamente tutto. Per ore girai tra le piantagioni assieme a Pablo, uno psicologo colombiano in viaggio di lavoro con la sua ragazza, psicologa anche lei, per diffondere un’interessante metodologia corporale, che coinvolgeva soprattutto i padri, che serviva da metodo alternativo all’incubatrice per aiutare i nati prematuri in quei paesi più arretrati dove i macchinari erano assenti o scadenti. Ci soffermammo a lungo nei campi di lavoro a far due chiacchiere con i raccoglitori di tè. Per comprendere appieno la loro condizione, quello che osservammo non è certo sufficiente, ma erano quasi tutti piuttosto allegri. Il loro stipendio era da fame, non arrivava a 20 euro la settimana, e praticamente vivevano sempre lì nella piantagione, nel villaggio che la Tata aveva costruito per loro, poco sotto delle belle cascate. «Tata workers», ripeteva sempre una delle donne, che volle una foto e mi lasciò l’indirizzo facendomi promettere che gliela avrei spedita. Lo spaccio della fabbrica di tè vendeva profumati pacchi di prodotto appena lavorato allo stesso prezzo sia per i locali che per noi stranieri. Nessuno di quei contadini ci chiese soldi, se non qualche bambino. E non so se quel paradiso di colori e profumi, quel mondo intensamente verde lontano dall’inquinamento e dal caos fosse per loro una prigione o se, dopotutto, vivessero lì più sereni di tanti altri indiani.


Tratto da vacanzefaidate.com

venerdì 15 ottobre 2010

Big Apple in 4 giorni (Da il portale Usa online)



Sono reduce da un viaggio negli USA di 18 giorni, dei quali 14 passati a Chicago ospite di una cugina, e 4 a New York.
Spero che queste righe possano servire a chi si reca a New York per la prima volta e non ha molto tempo per poter visitare questa enorme e favolosa città.


Premetto subito che raggiungere la grande mela è sempre stato un mio sogno, e che dunque avevo letto tutto ciò che c'era da leggere su questa città prima di arrivarci.
Questo ti porta inevitabilmente ad immaginare come la città possa essere, sopratutto se hai avuto l'opportunità di visitare altre città americane e quindi conosci l'organizzazione delle infrastrutture e hai già provato l'emozione che può dare una città "verticale".

Siti interessanti:
1 - Offerte voli per gli USA eDreams
2 - Sviluppo foto digitali su carta professionale Kodak
3 - Yahoo!, per cercare tra siti italiani e americani
4 - Noleggio auto SIXT per USA e resto del mondo, SIXTI se noleggi in Italia

Ogni qualvolta si passa in un posto che non è perfettamente come è stato idealizzato nella propria mente, si prova quindi un'emozione strana infarcita di eccitazione e disorientamento.
L'arrivo con un volo interno all'aeroporto La Guardia vale più del costo del biglietto...le rotte che vengono seguite infatti da questi voli sorvolano Staten Island per poi virare su Brooklin e raggiungere a bassa quota il Queens, dove si trova l'aeroporto...questo ti consente di avere una visuale dal cielo di Manhattan degna del miglior poster che possiate mai aver acquistato.
Trovare un passaggio per Manhattan dall'aeroporto è l'operazione più semplice che possiate compiere: ricordate che le strade di New York sono perennemente colorate di giallo dalle decine di migliaia di taxi che la percorrono in lungo e in largo 24 ore al giorno.
Dovrete solo mettervi in fila ed attendere il vostro turno per salire su uno di essi.
Trovare un tassista newyorkese è quasi come vincere al superenalotto, alla guida dei "cabs" infatti troverete sempre immigrati che spesso parlano anche un inglese approssimato e guidano in modo brusco ed approssimativo.
Il primo impatto con Manhattan offre sensazioni fortissime e contrastanti:la prima cosa che si osserva è che le dimensioni sono molto più grandi di quanto si possa immaginare.
Chissà perchè tutti crediamo che Manhattan offra percorsi brevi da attraversare a piedi?
Per i pochi che non lo sanno, l'isola è divisa in avenue che la dividono da nord a sud, ed in street che la tagliano da est a ovest (entrambe numerate in ordine crescente): soluzione nata per una migliore gestione del traffico e impossibile da attuare in città molto più vecchie come le nostre.
Tuttavia a Downtown (estremità sud dell'isola) le vie hanno una distribuzione più contorta e casuale, frutto della loro nascita in tempi precedenti...in questa zona le vie hanno nomi e non numeri, e dunque orientarsi potrebbe sembrare più difficile, ma vedrete che non è così.
L'altro aspetto che colpisce subito e che sorprende un po', è che Manhattan non è totalmente piatta, ma presenta strade con piccole salite o discese che spesso consentono di ammirare scorci notevoli.
Il mio albergo era sulla 57th street, a pochi passi da Broadway e da Times Square, e dunque in posizione strategica per le serate newyorkesi (per gli appassionati di Letterman: ero a due passi dall'Ed Sullivan).
Il tempo di lasciare i bagagli in camera ed ero già in metropolitana.
Primo mito da sfatare: la metropolitana di New York NON E' UN POSTO PERICOLOSO!
Vi capiterà di vedere persone di ogni genere, ma difficilmente qualcuno si accorgerà di voi.
Le linee della metro coprono ogni zona della città e dunque la prima sensazione che potrà cogliervi potrebbe essere di confusione.
In realtà è molto semplice:
1-guardate sulla mappa (gratuita) che potrete ritirare nella stazione, il luogo dove volete andare
2-decidete qual'è la stazione per voi più comoda e guardate il colore ( o la lettera) della linea che ci fa scalo
3- prendete la linea che vi occorre, facendo attenzione :se il treno riporta la dicitura UPTOWN sta andando a nord rispetto a dove siete voi, se invece riporta DOWNTOWN è diretto verso sud.
Più difficile a dirsi che a farsi, vi basterà prendere la metro una sola volta per sentirvi a vostro agio.
Per l'ingresso alla zona dei treni, necessiterete di una carta magnetica che potrete comprare presso i distributori automatici, i quali hanno anche le istruzioni in italiano (siamo al centro del mondo, non dimenticatelo!).
Il costo di una singola corsa è di 2 $, ma fate attenzione a portare con voi banconote di piccolo taglio: i distributori non accettano pezzi da più di 20 $.
Il primo posto dove sono stato è l'osservatorio dell'empire state building (86° piano).
Preparatevi ad una lunga fila, ma sappiate che ne vale la pena.
Appena arrivati avrete la sensazione di essere entrati in una delle mille cartoline che avete visto di New York.
Per accorciare la fila, potrete acquistare (in combinazione con il biglietto per l'osservatorio) il biglietto per lo skyride: una sorta di simulazione di volo tra i grattacieli di Manhattan...in realtà è robetta da giostra di periferia, ma vi consentirà di raggiungere l'osservatorio in meno della metà del tempo.
L'ingresso/uscita dell'empire è sulla celebre 5th avenue, e a pochi passi verso sud incontrerete il Flatiron Building che si fregia di essere il più vecchio grattacielo di New York.
Io sono un appassionato del genere, ma per chi non fosse così informato dico che è un edificio a forma triangolare ricavato all'incrocio tra la 5th ave la 23 street e Broadway (unica ave che taglia la città in diagonale)...tale combinazione di strade lo porta ad avere una forma che assomiglia ad un ferro da stiro (FlatIron appunto).
La successiva tappa è stata Times Square dove resterete emozionati e storditi allo stesso tempo...è l'unico posto di Manhattan nel quale ho provato una sensazione opposta riguardo le dimensioni, onestamente pensavo fosse più grande.
In ogni caso è il primo punto di New York che mi ha dato la sensazione di esserci già stato.
La parte sud della piazza è attraversata dalla 42nd street che percorsa verso est vi offrirà un antologia di alcuni degli edifici più popolari di New York:Grand Central Terminal, Met Life, Chrysler e palazzo dell'ONU.
Vi risparmio i dettagli delle serate, perchè imparerete presto che ci sono talmente tanti posti in cui andare che non vi servirà alcun suggerimento.
Il giorno successivo sono andato diretto verso il World Trade Center, le immagini televisive viste e riviste ci hanno emozionato e commosso migliaia di volte...ma quando arriverete qui rimarrete scossi come se nessuno vi avesse mai detto nulla.
Nel Winter Garden, struttura in vetro posta tra gli edifici del World Financial Center danneggiata durante il crollo ed ora resa di nuovo agibile, potrete osservare il progetto definitivo per la ricostruzione dell'area...opera già avviata.
Lasciata l'area, dimenticatevi la metropolitana per un po', e dirigetevi a nord, per girare senza meta a Soho.
Questa ex area industriale è oggi ritrovo di artisti e collezionisti, e l'architettura tipica è costituita da edifici con facciate in ghisa (notevoli quelli di Greene Street).
Adiacente a Soho entrete nel famoso Greenwich Village, approssimativamente delimitato da Spring st e dalla 14th st...troppo lungo e forse banale elencarvi ciò che qui c'è da vedere o da fare, dunque vi dico solo la cosa che onestamente non conoscevo: in Bedford St al n° 75 1/2 c'è la casa più stretta di New York (meno di 3 metri di larghezza).
A questo punto dovreste avere ancora due o tre ore prima di cena, che potrete impiegare facendo shopping sulla 5 ave, o visitando uno dei tanti musei a disposizione (.a seconda delle vostre inclinazioni).
Il terzo giorno ho preso la metro e sono sceso alla stazione di Clark Street (Brooklyn): la visita a Brooklyn vi consentirà di poter ammirare le famose Brownstone NewYorkesi e potrà terminare sulla Promenade dove avrete la migliore vista di Downtonw Manhattan che si possa desiderare.
Per rientrare a Manhattan lasciate perdere la metroplitana, il ponte di Brooklyn si può attraversare a piedi gratuitamente, e poche altre passeggiate al mondo possono darvi la stessa emozione.
Il ponte vi condurrà di fronte alla City Hall e al Woolworth Building ( wall street a due passi)...inutile dirvi cosa fare.
Come sempre vi avanzerà un pezzo di pomeriggio....sapete già come impiegarlo.
Il quarto giorno mi sono precipitato verso Battery Park per recarmi alla Statua della Libertà e ad Ellis Island (biglietti all'interno di Castle Clinton).
Purtroppo la statua è visibile solo dall'esterno....è chiusa dall'11 settembre 2001 per ragioni di sicurezza, nonostante i controlli prima di raggiungere l'isola siano tali da far impallidire il sistema di sicurezza del JFK.
Tale piccola delusione verrà subito dimenticata non appena potrete ammirare Manhattan da qui e visitare l'isola di Ellis.
Tale visita vi porterà via mezza giornata....per l'altra metà vi suggerisco di prendere la metro ed entrare a Central Park, non prima però di procurarvi una mappa del parco ( è spaventosamente grande).
Se volete seguire le mie orme, entrateci dalla 72nd street west....al numero 1 di fronte al parco potrete ammirare il Dakota, dove visse John Lennon, ed entrando nel parco accederete agli "strawberry fields" luogo in cui venne assassinato e in cui oggi c'è un piccolo parco alla memoria.
L'ultima mattina nella Big Apple, l'ho passata in barca:se raggiungerete il Pier 83 all'estremità ovest della 42nd street, potrete comprare un biglietto per una crociera intorno all'isola.
Io ho scelto la crociera di 3 ore che circumnavigare interamente Manhattan, ma potrete anche optare per giri di 1 o 2 ore che si limiteranno solo ad alcune zone.
Potrete quindi prendere il vostro taxi che vi porterà tristemente al JFK, dove vi attende il vostro volo per l'Italia....per questo tratto dovrete affrontare una specie di scommessa, vi verrà chiesto se volete usare il tassametro, o accettare in busta chiusa una tariffa di 35 dollari (tasse escluse) fino all'aeroporto, indipendentemente dal tempo impiegato.
Io ho optato per questa soluzione, dal momento che ero in piena "rush hour"....ma non so bene cosa possa convenire.


Di di Stefano Urbani.
http://www.usaonline.it/diaries/Stefano/Stefano_USA_1.asp

Capodanno a New York: offerte per tutti i gusti


Ecco alcuni spunti per Capodanno a New York: offerte complete e per tutte le tasche, con possibilità di scelta del giorno di partenza preferito, così da organizzare al meglio il Capodanno a New York.

New York in Appartamento Case vacanza nel cuore di Manhattan L' ideale per famiglie e gruppi! www.LivingManhattan.com


New York, Capodanno

Dare il benvenuto al nuovo anno nella Grande Mela è il sogno di molti che, anno dopo anno, si ripromettono di partire per brindare allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Il tour operator Alidays ha già lanciato una serie di interessanti offerte per il Capodanno a New York, così da poter mettere in cantiere un bel viaggio nella Grande Mela in un periodo dell'anno particolarmente magico e generoso di eventi.
Ecco le offerte Capodanno a New York recentemente pervenute:

-Soggiorno a Helmsley Park Lane 4*

dal 28 Dicembre al 2 Gennaio - 4 notti 1.421 euro per persona in camera doppia
dal 28 Dicembre al 4 Gennaio - 6 notti 1.774 euro per persona in camera doppia
dal 29 Dicembre al 4 Gennaio - 5 notti 1.674 euro per persona in camera doppia
dal 29 Dicembre al 5 Gennaio - 6 notti 1.646 euro per persona in camera doppia
- Le Parker Meridien 4*

dal 28 Dicembre al 2 Gennaio - 4 notti 1.624 euro per persona in camera doppia
dal 28 Dicembre al 4 Gennaio - 6 notti 2.095 euro per persona in camera doppia
dal 29 Dicembre al 4 Gennaio - 5 notti 1.929 euro per persona in camera doppia
dal 29 Dicembre al 5 Gennaio - 6 notti 1.968 euro per persona in camera doppia
Le quote comprendono: voli intercontinentali American Airlines da Milano Malpensa (possibilità di avvicinamenti dalle principali città italiane, quotazioni su richiesta), soggiorno per le notti indicate in camera doppia presso l'hotel scelto con trattamento di solo pernottamento, mezza giornata visita della città di New York (servizio collettivo), trasferimenti collettivi da e per l'aeroporto.
Le quote NON comprendono: pasti e bevande, mance ed extra in genere, tasse aeroportuali (299 euro circa per persona), spese gestione pratica e assicurazione medico bagaglio 50 euro per persona - tutto quanto non menzionato alla voce "la quota comprende". Supplemento singola e riduzione camera tripla quotazione su richiesta.



Autore: Redazione FullTravel
Pubblicato il: 06 ottobre 2010

lunedì 11 ottobre 2010

Mini Crociera MSC Musica


Mini Crociera MSC Musica MSC Musica Mini Crociera Genova 145,0Data partenza 29/10/2010
Cabina interna 145 €
Balcone 445

Info: viaviaggiando@gmail.com ter 3459961465

Ischia benessere


Dati riassuntivi del prodotto: Ischia ( Campania - Italia - Europa )
a partire da € 370 - terme e benessere - capodanno - Valida dal 27 dicembre 2010 al 31 dicembre 2010
Non sono compresi adeguamento carburante, quote iscrizione, visti ed altri supplementi previsti dal tour operator Imperatore travel.

Per info eprenotazioni : viaviaggiando@gmail.com o tel 3459961465

venerdì 8 ottobre 2010

Troywood Scotland’s Secret Bunker (from speakuponline)



Visitors to Scotland’s Kingdom of Fife love its beautiful countryside, historic castles and picturesque fishing villages. They visit the 600-year-old St. Andrews Links, the legendary home of golf. But the Kingdom of Fife has a secret. Lost in the countryside, about 80 kilometres north-east of Edinburgh, there is a small wood and a farmhouse. At first sight, the small farmhouse appears insignificant. That’s how it was designed. This is the entrance to Scotland’s secret bunker, Troywood.

THE COLD WAR
The bunker was built in the 1950s. At that time it was one of many radar stations that guarded Britain’s eastern coast. The Cold War between the West and the USSR was beginning. Royal Air Force (RAF) officers watched the skies for Russian bombers. Two nearby targets needed protection: the Royal Navy’s Rosyth dockyard and RAF Leuchars, a fighter base.

ALERT
By 1970, Cold War tension was high. The situation was very serious. RAF Leuchars was a Quick Reaction Alert Force. Its fighters were constantly ready for combat, if Soviet planes entered British airspace. This happened nearly every day. The government prepared for nuclear war and Troywood was enlarged.

UNDERGROUND
Inside the “farmhouse” there is a 150-metre corridor which leads down to two gigantic doors. The bunker is 40 metres under the ground, and has 3-metre thick concrete walls. The most important rooms are the RAF Operations Room, the Radar Room and the Nuclear Command Control Centre. This is the room where Scotland’s Secretary of State and his ministers could follow a nuclear attack on giant displays. There is also a BBC radio transmitter to inform survivors of the latest news.

IN THE DARK
Life in Troywood was hard. Staff didn’t see daylight for up to three months. The bunker accommodated 300 people in six dormitories. The dormitories were constantly occupied as staff slept in six-hour shifts. There were no showers: uncontaminated water was too precious. At least the kitchens provided high quality food. Visitors can try a meal in the bunker’s restaurant today. The Cold War ended in 1992, and Troywood is now a reminder of those dark days.




--------------------------------------------------------------------------------

TRAVEL INFO AND OPENING TIMES
The nearest International airport is Edinburgh Airport. There are no direct trains or buses to Troywood. Buses run regularly to St Andrews, and the bunker is a 10-minute taxi ride from there. The bunker is open seven days a week (from 12th March 2010 to 31st October 2010). It is closed during the winter months. Opening hours are from 10 a.m. to 5 p.m.

Scotland’s Secret Bunker
Underground Nuclear Command Centre
Crown Buildings - Troywood
Fife - KY16 8QH, Scotland
Telephone: 0044 (0)1333 310301
Website: www.secretbunker.co.uk

Capodanno in Toscana





Dati riassuntivi del prodotto: Toscana ( Italia - Europa )

A partire da € 110 - capodanno - Valida il 30 dicembre 2010
Non sono compresi adeguamento carburante, quote iscrizione, visti ed altri supplementi previsti dal tour operator Made in Italy.


Info: Viaviaggiando@gmail.com o tel 3498879333 Maria

giovedì 7 ottobre 2010

Boschi di stelle(tratto da talentitaliani.it)


Dove: Umbria
Perché: Esperienza
Periodo: Tutto l'Anno
Dal: 01 Gennaio
Al: 31 Dicembre
Prezzo: 122 € a persona
Notti: 2


Prenota subito per ricevere: un cesto di benvenuto con i prodotti tipici della regione Umbria (olio, vino, tartufo, salumi...)

Una microvacanza a Borgo Coloti, nei pressi di Montone (PG), circondati da ampi boschi: un'occasione speciale per contemplare le bellezze della natura e del suo splendido tetto: il cielo stellato.


Programma di Viaggio
I LUOGHI

Borgo Coloti sorge nell'Alta valle del Tevere e ci riporta alle atmosfere del tardo medioevo con la postazione militare della Torre, le case contadine e la Chiesa di san Lorenzo attestata negli archivi fin dal 1300.

Vista l'assenza di inquinamento luminoso che regala notti profonde e astri splendenti, questo antico borgo abbandonato è stato scelto come sede per un osservatorio Astronomico Regionale, è stato quindi restituito a nuova vita e dal 2001 è sede di attività turistiche e scientifiche.

Il vicino paese di Montone situato a soli 8 km, è una perla medievale ricca di reperti e folklore che ha conservato intatti assetto, edifici e sapori autentici.



LE ATTIVITA'

La prima giornata sarà dedicata alla scoperta del bosco, passeggiando per i sentieri eventualmente accompagnati da una guida escursionistica.

Borgo Coloti è uno dei nodi della rete di sentieri della zona; itinerari adatti a grandi e bambini, da percorrere autonomamente a piedi, in mountain bike o con le passeggiate guidate raggiungendo mete di grande interesse alla scoperta di suoni, profumi e sensazioni che i nostri boschi possono dare, compresa l'attenzione ai segni della presenza dell'uomo nella storia.

La giornata si concluderà con una serata di osservazione del cielo.

Anna, guida astronomica del borgo e Franco animano questi momenti avendo come obbiettivo non solo la divulgazione scientifica ma anche la semplicità. Vengono spiegate le principali costellazioni e soprattutto forniti i rudimenti utili per successive osservazioni autonome.

Supportatati dall'uso di strumenti che ci avvicinano a questo fantastico universo, percorriamo una passeggiata tra le stelle per renderle più familiari ma non meno affascinanti e straordinarie.



Il giorno successivo è dedicato alla scoperta di Montone con la visita del paese e del suo museo. La Chiesa e il convento di San Francesco, la Collegiata, le rovine della Rocca di Braccio sono monumenti significativi ma quello che più conta è l'accoglienza amichevole e semplice. Tutti ripartono con almeno una sensazione, una storia da raccontare, un nuovo amico trovato grazie agli incontri tra i vicoli del paese.



L'OSPITALITA'

Ci sono ad accogliervi Anna e Franco che qui abitano tutto l'anno garantendo una presenza stabile. Anna e Franco sono soci della cooperativa sociale Continenti, aderiscono al sistema Le Mat umbro denominato Passepartout.

Borgo Coloti è composta da 12 appartamenti di cui 8 destinati agli ospiti, completamente accessoriati ed arredati semplicemente e con gusto.

Ogni appartamento è dotato di una cucina in cui preparare autonomamente i pasti

Troverete un cesto di benvenuto con i prodotti tipici della regione (olio, vino, tartufo, salumi...)

Il borgo è ideale per vacanze di tipo familiare dove trovare occasioni per condividere e divertirsi insieme agli altri senza perdere la dimensione privata per i giusti momenti di relax.

I vostri animali sono benvenuti.

Ci sono inoltre: “Sirio” sala comune con cucina e veranda dove intrattenersi e mangiare insieme; la ex Chiesetta di san Lorenzo disponibile per gioco, internet, audiovideo; la piscina, con stupenda vista sulla valle, aperta in luglio e agosto

Tratto da http://talentiitaliani.it

Per info e prenotazioni: viaviaggiando@gmail.com

martedì 5 ottobre 2010

Mar Rosso con Settemari

Volo + Soggiorno -MAR ROSSO
Località MARSA ALAM

Prezzo a partire da 487 EURO!

Durata: 8 Giorni / 7 Notti

Data Partenza: 27/11/2010, 28/11/2010, 01/12/2010, 04/12/2010, 05/12/2010, 08/12/2010, 11/12/2010, 12/12/2010, 15/12/2010, 08/01/2011, 09/01/2011, 12/01/2011, 15/01/2011, 16/01/2011, 19/01/2011, 22/01/2011

Città Partenza: Verona, Pisa, ND, Milano, Torino

Trattamento: All Inclusive

Struttura: FLORIANA BLUE LAGOON

Sconto: 26.5%


StrutturaVolo + Soggiorno -MAR ROSSO

Località SHARM EL SHEIKH

Prezzo a partire da 522 EURO!

Durata: 8 gg / 7 notti

Data Partenza: 28/01/2011, 29/01/2011, 30/01/2011, 04/02/2011, 05/02/2011, 06/02/2011, 11/02/2011, 12/02/2011, 13/02/2011, 19/02/2011

Città Partenza: Bergamo, Venezia, Bologna, Torino, Roma, Milano

Trattamento: All Inclusive

Struttura: SHORES ALOHA

Sconto: 22.7%




StrutturaVolo + Soggiorno -MAR ROSSO
Località SHARM EL SHEIKH

Prezzo a partire da 1049 EURO!

Durata: 8 gg / 7 notti

Data Partenza: 26/12/2010, 29/12/2010, 31/12/2010

Città Partenza: Verona, Milano, Bergamo, Bologna, Venezia, Roma, Torino

Trattamento: All Inclusive

Struttura: SHORES ALOHA

Sconto: 21.3%